Browsing by Author "Dessardo, Andrea"
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- ItemAlcune osservazioni su san Luigi Scrosoppi d.O. e le Suore della Provvidenza di san gaetano Thiene. Dall’agiografia alla storia(Wydawnictwo KUL, 2022) Dessardo, AndreaL’articolo, attraverso una più attenta e più laica rilettura delle biografie di san Luigi Scrosoppi, sacerdote friulano dell’Ottocento canonizzato da papa Giovanni Paolo II, illustra come l’espansione dell’istituto delle Suore della Provvidenza di san Gaetano Thiene da lui fondato, sia dipesa più da motivazioni geopolitiche e dall’iniziativa dell’arcivescovo di Udine mons. Andrea Casasola, che dall’attività di san Luigi, come invece finora sostenuto. Inoltre, la particolare sollecitudine di san Luigi Scrosoppi verso le ragazze in difficoltà deve essere probabilmente ricondotta alle sue vicende familiari, scarsamente indagate dalla storiografia.
- ItemDon Luigi Sturzo per la libertà della scuola italiana(Wydawnictwo KUL, 2023) Dessardo, AndreaL’articolo presenta brevemente la posizione di don Luigi Sturzo (1871-1959) e del Partito popolare italiano (1919-1926) in merito alla libertà della scuola, inserendola all’interno del pensiero politico del fondatore. Per il sacerdote siciliano qualsiasi Stato, anche in regime democratico, tende per sua natura a sovrapporsi ai diritti acquisiti delle comunità tradizionali, come la famiglia e la Chiesa, sostituendone i fini con i propri. Per conservare le libertà originarie, è perciò necessario che la scuola sia libera, consentendo alle famiglie – anche a quelle economicamente svantaggiate – di scegliere per i propri figli quegli istituti e quei programmi che maggiormente rispecchiano i propri valori. Per don Sturzo, secondo il principio di sussidiarietà indicato dalla dottrina sociale della Chiesa nella Rerum novarum di Leone XIII e nella Quadragesimo anno di Pio XI, allo Stato sarebbero spettati solo compiti residuali, a sostegno delle iniziative avviate autonomamente dai privati. Don Sturzo fu tra i primi antifascisti ad abbandonare l’Italia, già nell’autunno 1924, scegliendo di vivere a Londra (nel 1940, all’ingresso in guerra dell’Italia, si stabilì invece negli Stati Uniti, prima a New York e poi in Florida), essendo ammiratore della cultura politica liberale inglese; diversamente, la maggior parte dei fuoriusciti italiani trovarono rifugio in Francia, Paese che per il sacerdote siciliano era invece irrimediabilmente compromesso dal totalitarismo giacobino. L’articolo prende in esame sia il programma scolastico del Partito popolare italiano negli anni di confronto con il regime fascista, sia gli scritti sulla scuola prodotti da don Luigi Sturzo durante e dopo l’esilio, una volta rientrato in Italia dopo la fine della guerra e la presa di potere da parte della Democrazia cristiana, il nuovo partito cattolico che si dichiarava erede del PPI. Don Sturzo, prendendo spunto dalla scuola americana, non mancò di criticare il nuovo indirizzo dei politici cattolici italiani, a suo parere troppo poco liberale ed eccessivamente statalista. Tuttavia, nonostante le differenze anche profonde di opinione, i politici cattolici italiani al governo nel secondo Novecento riconobbero tutti il proprio debito nei confronti di don Sturzo, operando in suo nome alcune importanti riforme volte a democratizzare la scuola e ad aprirla alle masse popolari. The article briefly presents the position of Don Luigi Sturzo (1871-1959) and of the Italian People Party (PPI, 1919-1926) regarding the freedom of school, inserting it within the political thought of the founder. For the Sicilian priest any State, even under a democratic regime, tends by its nature to interfere with the acquired rights of traditional communities, such as the family and the Church, replacing their goals with their own. In order to preserve the original freedoms, it is therefore necessary that the school be free, allowing families – even those who are economically disadvantaged – to choose for their children those institutes and programs that reflect their values the most. Don Sturzo claimed that according to the principle of subsidiarity indicated by the social doctrine of the Church in Leo XIII’s “Rerum novarum” and in Pius XI’s “Quadragesimo anno”, the State could be entrusted only with residual tasks and should support the initiatives launched autonomously by private individuals. Don Sturzo was among the first anti-fascists to leave Italy, already in autumn 1924, choosing to live in London (in 1940, when Italy entered the war, he settled in the United States, first in New York and then in Florida), being an admirer of English liberal political culture, while most of the Italian anti-fascists found refuge in France, a country which according to the Sicilian priest was irreparably compromised by Jacobin totalitarianism. The article examines both the school program of the Italian People Party in the years of confrontation with the fascist regime and the writings on school produced by Don Luigi Sturzo during and after his exile, once he returned to Italy after the end of the war and the seizure of power by the Christian Democrats, the new Catholic party that claimed to be the political heir of the PPI. Don Sturzo did not fail to criticize the new orientation of Italian Catholic politicians, in his opinion too little liberal and excessively statist. However, despite the even profound differences of opinion, the Italian Catholic politicians in government in the second half of the twentieth century all recognized their debt to Don Sturzo, operating in his name some important reforms aimed at democratizing the school and opening it up to the popular masses.